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Visualizzazione dei post da 2018

SELVAGGIO BLU ... SULLA PELLE DEI PASTORI

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SELVAGGIO BLU - SARDEGNA: un trekking di 5 giorni che percorre tutta la costa del Comune di Baunei, tra la Pedra Longa e Cala Sisine. E' famoso per le sue difficoltà alpinistiche che costringono ad alcune arrampicata, a svariate discese in corda e ad affrontare alcune scale di ginepro, testimonianza indelebile delle fatiche secolari dei pastori di un tempo ... ed in buona parte, sebbene più mitigate, anche di oggi! Per come la vediamo noi, infatti, non è possibile ridurre un'esperienza in una terra che la modernità è riuscita a "contaminare" solo in minima parte, in una sequenza di calate e arrampicate  ... E' piuttosto un omaggio all'attaccatura di questo popolo alla sua terra, una terra aspra, severa ed al contempo meravigliosa! Selvaggio Blu è un'ode ai pastori, per lo più caprari, che per secoli hanno vissuto una totale simbiosi con questo incredibile animale. Le scale in ginepro, il cosiddetto "acciaio sardo", non sono altro che l&

CRODA DEI TONI - VIA KRUTTNER-PEHAN

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Il tracciato della via Kruttner-Pehan (in rosso) e la cengia dove passa la via normale (in verde) Ormai anche per quest'anno è arrivato l'autunno e, con questo, il classico appuntamento con Andrea per l'ultima via di roccia della stagione. Non può però essere una via di roccia qualsiasi, ma deve rispondere a parametri ben precisi: lungo, maestoso, poco frequentato, avventuroso, affascinante, estetico e chi più ne ha più ne metta! Non è propriamente facile trovare qualcosa che soddisfi contemporaneamente tutti questi parametri, considerando anche che la stagione è ormai avanzata, le ora di luce non sono molte e che conviene scegliere dei versanti assolati su cui arrampicare. Gironzolando in internet, Andrea scova questa semisconosciuta via del Pilastro alla Croda dei Toni, aperta da Kruttner e Pehan nel luglio 1933 che ne solca la parete ovest lungo, appunto, l'evidente pilastro. Non sono poi molte le informazioni che riusciamo a recuperare: un abbozzo di tracciato

UN GIOIELLINO PER IL GRADO 6 ... LA PERA!

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Una domenica senza impegni di lavoro ... che si fa? Per prima cosa tolgo la sveglia che per troppe notti ha interrotto il sonno prima del dovuto, poi mi concedo un bicchierino bello colmo di Pelinkovac ed infine mi regalo un paio di capitoli in più del libro che, da qualche mese, boccheggia morente sul mio comodino. E domani? Sembrerà strano, ma ho una voglia matta ... di scalare! E' così mi ritrovo con tutta la "Banda della Scarpiera" a tirar prese in quel della Pera! Ci piace, a tutti! Un sentierino in piano, in un bosco fresco e vitale, ci accompagna in un quarto d'ora ad un bellissimo scoglio roccioso, alto circa 20 metri ed abbracciato da abeti rossi e faggi con cui sembra vivere in simbiosi. Un gran tavolone, dei piacevolissimi raggi di sole completano l'offerta della Pera, storica falesia dell'agordino, mai caduta nel dimenticatoio. La roccia è una dolomia perfetta: perfetta per scalare senza il patema che qualcosa "ti resti in mano"

PERFETTA PER INIZIARE ... LA VIA DELLA VIPERA!

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Il nome non deve far intimorire, si tratta di una bella via su roccia buona, breve, comoda, ben attrezzata e mai difficile ... cos'altro desiderare se si è alle prime esperienze da primi di cordata, o se la meteo non ci garantisce più di un paio d'ore di tranquillità? Insomma una via breve e divertente che grazie ad una recentissima "revisione" della chiodatura si propone oggi come particolarmente adatta a chi muove i primi passi nel mondo dell'arrampicata su vie più tiri! Le soste, ad eccezione di quella alla base del caminetto del 4° tiro, sono tutte spittate; lì comunque (alla base del 4° tiro) c'è un bel chiodo e con un nut si risolve tranquillamente il tutto ... almeno un qualcosina di alpinistico ce lo vogliamo mettere? Lo spit sul camino si può tranquillamente evitare, preferendo il chiodo sulla sinistra, ma sono dettagli; così come si presenta oggi, l'itinerario è davvero ideale come "palestra a più tiri"! E cosa vogliamo dire della &

LADAKH ... UN ANGOLO DI PARADISO!

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Parti con l'idea di andare in India ... e ti ritrovi in Paradiso!!! In una riga, ecco condensata l'ultima esperienza di trekking vissuta tra le vette più occidentali della Catena Himalayana. Infatti è impossibile per noi occidentali non associare all'India situazioni come folla, afa, confusione ... ma quando atterri a Leh, capitale di questa piccola regione a 3,500 metri, capisci che sei davvero in un luogo diverso! La prima parola che ti salta in mente è "deserto", un vero e proprio deserto di alta quota, dove la vegetazione segue fedelmente solo e soltanto il serpeggiare del fiume Indo che, pigramente, scorre in una valle dolce e ampia, evidente ricordo di ere glaciali ormai lontane! Arrivare a 3.500 metri è sempre un botto: il solo respirare tranquilli diventa un obiettivo, salire le scale dell'albergo col borsone ... un sogno! Ma per fortuna con 100 rupie c'è chi con solerzia e sorriso è pronto ad aiutarti! Leh è una cittadina di 27.000 anime,

DIRETTISSIMA SUD AL PIZ BERNINA

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La voglia di neve, ghiaccio e roccia ci porta questa volta nel Massiccio del Bernina ed in particolare nella sua punta più alta, che di poco supera la fatidica quota 4.000 mt s.l.m. E' lunedì mattina quando Andrea dirige la sua macchina in direzione Campo Moro, dove la strada della Valmalenco termina, dopo una serie infinita di tornanti. L'inizio non è dei migliori: appena smontati dalla macchina, mentre ci stiamo ancora preparando, comincia a piovere. Ma non abbiamo molta scelta: brontolando un po', tra schiarite e scrosci di pioggia, finiamo di sistemare il materiale negli zaini e ci incamminiamo verso il rifugio Carate Brianza prima e il Marinelli Bombardieri poi. Mano a mano che ci avviciniamo al primo rifugio in cielo si addensano nubi sempre più minacciose. Ormai in vista del rifugio comincia a grandine. Acceleriamo il passo, che ormai è quasi una corsa: è uno di quei momenti in cui vedi il rifugio ma non ci arrivi mai! Finalmente ne varchiamo la soglia, or